Il cancro delle sneakers
Le sneakers mi piacciono da sempre, da quando mia mamma diceva "ragazzi, oggi andiamo a comprare le scarpe da ginnastica", ed era un momento sempre di gioia. Non sempre erano proprio il modello top e non erano come le sneakers di oggi, migliaia di modelli di ogni genere tanto da non sapere quali scegliere. Allora la scelta era tela o pelle (i materiali sintetici per sono arrivati molto dopo) e di regola bianche o blu.
Da allora ne ho possedute davvero molte, un numero sicuramente più vicino alle duecento che cento e alcune le ho ancora, come le Stan Smith dei miei 16-17 anni e le Nike ACG dei miei 25. Ok, non le metto più da secoli ma le ho ancora, praticamente nuove (ok, un pochino ingiallite e indurite).
Da qualche anno però, una percentuale molto alta delle mie sneaker si ammala prematuramente di un brutto male che colpisce le parti in gomma (o qualunque materiale sia quella parte della suola, intersuola, rinforzi e protezioni. Le suole si staccano da sole, molte parti in gomma si sbriciolano, altre diventano appiccicose, altre si spaccano o cedono. Magari il corpo della scarpa è ancora perfetto, ma quelle parti si ammalano tanto da rendere la sneakers inutilizzabile.
Non tutte e non tutte nello stesso modo, ma la maggior parte. Più di un calzolaio ha tentato (molto controvoglia) un recupero, un incollaggio... ma sensa successo se non temporaneo e comunque esteticamente assai discutibile.
Questa cosa mi dà molto fastidio. Non solo per la spesa non trascurabile, ma soprattutto perché quasi mai riesco a ritrovare un modello che mi era piaciuto e con il quale mi ero trovato comodo. Quando ero piccolo, era invece un fatto rarissimo che con i miei fratelli più piccoli chiamavamo "il cancro della gomma", oggi sembra che la brutta malattia colpisca frequentissimamente (solo ieri mattina ho trovato un bel paio di Reebok da trekking - che non mettevo da un anno - con i rinforzi quasi sciolti e appiccicati alla scatola e le Timberland in foto con la suola disconnessa). Ci sono rimasto parecchio male.
Mi viene da domandarmi: come fanno i super appassioni ed i collezionisti di sneaker, quelli che comprano modelli anche da centinaia di euro?
Alessandro Nasini
CEO/Head of Design